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I primi francobolli del Regno (di Sardegna)

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Nall’immagine: il “penny black italiano” (francobollo da 5 centesimi, a sfondo nero, con effigie di Vittorio Emanuele II°, emesso nel 1851):

Il primo francobollo della storia (penny black, regina Vittoria) risale al 1840, ma in Italia dovremo aspettare fino al 1850 (prima emissione del lombardo-veneto, all’epoca austro-ungarico). In quel momento storico (e fino al 1861) l’Italia era frammentata in Stati, Ducati e Granducati, per la gioia (postuma) dei collezionisti, che nel decennio 1850-1860 trovano ampia materia di studio e qualche piccola soddisfazione: quelli degli “Antichi Stati italiani” sono i francobolli più ricercati del mondo (e anche i più cari, rispetto ai loro “coevi” di Paesi che all’epoca avevano già trovato il loro assetto unitario). Probabilmente sono anche i più belli, e sicuramente i più interessanti dal punto di vista storico.

Nel Regno di Sardegna (che comprendeva anche la Savoia e la Contea di Nizza, oltre a Piemonte, Liguria e Sardegna) i primi  francobolli furono emessi l’1 gennaio 1851. Erano tre valori (da 5, 20 e 40 centesimi) con l’effigie di Vittorio Emanuele II° in stampa litografica, senza filigrana (a differenza dal penny black inglese). L’assenza di filigrana dette origine a numerose falsificazioni (le più note: i falsi di Genova e quelli di Ginevra).

Dal punto di vista collezionistico, i falsi d’epoca hanno un loro interesse (e quindi un certo valore di mercato); il problema sono i falsi e le riproduzioni recenti, come quelle che si vedono in vendita su ebay. Valore di mercato zero, eppure in molti ci cascano. Motivo? Un misto di ingordigia e ingenuità (di chi li compra, gettando i suoi soldi dalla finestra) e spregiudicatezza (di chi li vende, ben conoscendo le debolezze dell’animo umano): il francobollo più “comune” fra quelli della prima emissione (il 20 centesimi azzurro) vale 16.000 euro (per la tinta più comune) allo stato nuovo. Per un 5 cents nero parliamo di 24.000 euro, per un 40c. rosa di 34.000 euro. Quando sono autentici, sono quasi sempre firmati (da un perito) o accompagnati da un certificato peritale. Se non sono firmati lasciate perdere: questi pezzi da collezione hanno 160 anni di vita e in 160 anni, è difficile che nessuno abbia valorizzato il capitale che aveva in mano (facendolo periziare) anziché svenderlo per quattro lire. Eppure, questa elementare riflessione sembra sfuggire a molti: da una mia personale stima, basata su un’osservazione a campione, ritengo che l’80% dei francobolli della prima emissione in vendita su ebay siano falsi.

L’esemplare della seconda foto (un 20c. su lettera del 1853) è firmato Bottacchi (uno dei più grandi periti italiani) e appartiene adesso alla collezione del Dr. Carlo Bigi.



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